Nel 2018 superati i limiti previsti per polveri sottili e ozono in 55 capoluoghi

Le nostre città sono soffocate dallo smog, d’estate come d’inverno. Tra fonti le principali dell’inquinamento, oltre al traffico delle auto, il riscaldamento domestico, le industrie e le pratiche agricole. E l’auto privata continua a essere di gran lunga il mezzo più utilizzato per spostarsi: si contano 38 milioni di automobili di proprietà, che soddisfano complessivamente il 65,3% degli spostamenti.

Una situazione non certo rosea per la nostra salute e per quella dell’ambiente. Di fatto si tratta dei dati ricavati da Mal’aria 2019, il dossier annuale di Legambiente sull’inquinamento atmosferico in Italia nel 2018.

Respirare aria inquinata per 4 mesi all’anno

Ed ecco i numeri di Mal’aria 2010: nel 2018 in ben 55 capoluoghi di Provincia italiani sono stati superati i limiti giornalieri previsti per le polveri sottili o quelli relativi all’ozono, in particolare, 35 giorni per il Pm10 e 25 per l’ozono. In 24 dei 55 capoluoghi, inoltre, il limite è stato superato per entrambi i parametri, con la conseguenza diretta, per i cittadini, di aver dovuto respirare aria inquinata per circa 4 mesi all’anno.

La città con l’aria peggiore è Brescia

La città che lo scorso anno ha superato il maggior numero di giornate fuorilegge è Brescia (Villaggio Sereno), con 150 giorni, 47 per il Pm10 e 103 per l’ozono. Al secondo posto di questa triste graduatoria c’è Lodi, con 149 giorni, 78 per il Pm10 e 71 per l’ozono, e al terzo Monza, con 140 giorni.

Al podio delle città con l’aria peggiore seguono Venezia (139), Alessandria (136), Milano (135), Torino (134), Padova (130), Bergamo e Cremona (127) e Rovigo (121).

A eccezione di Cuneo, Novara, Verbania e Belluno, tutte le città capoluogo di Provincia dell’area padana hanno superato almeno uno dei due limiti, riferisce Adnkronos.

Urgente pianificare misure per abbattere drasticamente le concentrazioni di inquinamento

La prima città non posizionata nella Pianura padana è Frosinone, nel Lazio, con 116 giorni di superamento (83 per il Pm10 e 33 per l’ozono), seguita da Genova con 103 giorni (tutti dovuti al superamento dei limiti dell’ozono), Avellino con 89 (46 per il Pm10 e 43 per l’ozono) e Terni con 86 (rispettivamente 49 e 37 giorni per i due inquinanti).

Un quadro preoccupante, quindi, che per Legambiente indica “l’urgenza a livello nazionale di pianificare misure strutturali capaci di abbattere drasticamente le concentrazioni di inquinamento presenti e di riportare l’aria a livelli qualitativamente accettabili”.