Come potare correttamente un albero

Tutti conoscono lo splendore che gli alberi regalano, soprattutto quando ricevono le cure necessarie. Ci proteggono dal calore grazie all’ombra che producono, aggiungono umidità all’aria riducendo la calura.

Gli alberi inoltre assorbono grandi quantità di CO² e producono ossigeno . Fungono da casa per molti animali e riducono la presenza di particelle di polvere sospese nell’aria. Vediamo allora come possiamo prenderci cura dei nostri alberi potandoli al meglio.

La potatura può sembrare semplice, ma non lo è. Per questo, è necessario sapere qual è la tecnica più appropriata. È molto importante ricordare che, se fatta nel modo sbagliato, la potatura può rendere l’albero debole, marcio e persino farlo morire. 

Suggerimenti prima di potare un albero

Inizia verificando di avere tutti i materiali specifici di cui hai bisogno: una forbice da potatura, una motosega, guanti, occhiali, protezioni per le orecchie, etc. In base agli strumenti di cui disponi, otterrai un risultato migliore o peggiore.

Tieni presente che ogni taglio che fai può modificare sia la struttura che la crescita dell’albero, e che i tagli devono essere eseguiti correttamente L’uso della pasta curativa per coprire le ferite non è raccomandato, perché potrebbe fare più male che bene. L’importante è fare un taglio corretto.

Suggerimenti durante  la potatura dell’albero

La potatura è legata all’eliminazione totale o parziale di rami secchi, poco orientati o già morti. Potare bene un albero migliora notevolmente la salute della pianta, prevenendo malattie che possono influire negativamente. 

Nella potatura di riduzione della struttura dell’albero bisogna evitare di tagliare rami che superano i 10 centimetri di diametro. Inoltre, se la potatura viene eseguita solo su un lato dell’albero, si creerà un disequilibrio. È importante per questo potare un albero attorno al suo intero contorno per evitare il pericolo di caduta durante le giornate ventose o tempestose.

Nel caso di alberi più giovani, dovrebbe essere eseguita una forma di potatura chiamata diradamento. Con questa potatura vengono rimossi i rami secondari di un ramo principale. Questo aiuta a ridurre il numero di nuovi germogli e guiderà meglio la crescita dell’albero.

Se questa operazione è troppo complessa per te e non vuoi rischiare di sbagliare, o se non disponi dell’attrezzatura adeguata e preferisci affidare ad altri un compito così delicato, tieni in considerazione il servizio di manutenzione giardini di vivaicolleoni.com per usufruire delle prestazioni di personale qualificato ed esperto in materia.

Settembre 2020, migliora il clima di fiducia di cittadini e imprese

Dopo mesi difficili, cambia la percezione del presente e del futuro, che si tinge leggermente di rosa nell’ultimo periodo. A dirlo è l’Istat, che ha rilevato il sentiment della popolazione e delle imprese italiane, nei mesi scorsi messe a dura prova dai timori legati all’emergenza sanitaria e dalle oggettive difficoltà. Oggi, con il periodo più nero che viene percepito come alle spalle, gli indici sono decisamente più ottimisti. Questi alcuni dati riferiti all’ultima “misurazione”: a settembre 2020 migliorano sia il clima di fiducia dei consumatori (da 101,0 a 103,4) sia quello delle imprese (l’indice composito sale da 81,4 a 91,1). Tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori sono stimate in aumento. Il clima economico e il clima futuro registrano l’incremento più marcato passando, rispettivamente, da 90,5 a 94,9 e da 105,6 a 109,5. Anche il clima personale e quello corrente evidenziano una dinamica positiva: il clima personale sale da 104,9 a 107,1 e quello corrente cresce da 98,1 a 100,2.

Imprese, costruzioni e servizi di mercato più positivi

La tendenza alla positività – con un mood davvero molto diverso rispetto ai mesi scorsi – riguarda un po’ tutto l’universo delle imprese. In questo caso il miglioramento della fiducia è diffuso a tutti i settori seppur con intensità diverse. In particolare, nel settore manifatturiero l’indice sale da 87,1 a 92,1 e nelle costruzioni aumenta da 132,6 a 138,6. Per i servizi di mercato si evidenzia un incremento marcato dell’indice che sale da 75,1 a 88,8 mentre nel commercio al dettaglio la crescita è più contenuta (da 94,3 a 97,4). Con riferimento alle componenti dell’indice di fiducia, nell’industria manifatturiera migliorano sia i giudizi sugli ordini sia le attese di produzione. Le scorte di prodotti finiti sono giudicate in decumulo rispetto al mese scorso. Nelle costruzioni, aumentano entrambe le componenti dell’indice.

Bene anche il commercio al dettaglio

Nei servizi di mercato si registra un accentuato miglioramento sia dei giudizi sugli ordini sia di quelli sull’andamento degli affari; le attese sugli ordini aumentano. Nel commercio al dettaglio recuperano i giudizi sulle vendite mentre le relative aspettative sono in calo. Il saldo delle scorte di magazzino è in aumento. A livello di circuito distributivo, la fiducia diminuisce nella grande distribuzione mentre è in decisa risalita nella distribuzione tradizionale.

Dispostivi smart, saranno 3 miliardi nel 2023

Tra smartphone, pc, tablet, smartwatch e bracciali da fitness, smart speaker, auricolari e cuffie nel 2023 saranno commercializzati oltre 3 miliardi di dispositivi smart. È questa la previsione di Canalys, l’analista globale del mercato tecnologico, che evidenzia l’incremento di vendite nei prossimi quattro anni rispetto ai 2,4 miliardi del 2019. Se la metà del mercato smart sarà coperta dagli smartphone, con 1,5 miliardi di unità consegnate nel 2023, a crescere di più però saranno gli auricolari e le cuffie, per cui Canalys  prevede una crescita del +32%, a quota 490 milioni di unità nel 2020, per poi salire a 726 milioni di unità nel 2023.

Smartwatch e smartband, verranno consegnate 215 milioni di unità

La seconda categoria per crescita secondo Canalys è quella degli smart speaker, che segnano +21,7% quest’anno e 150 milioni di pezzi consegnati, che arriveranno a 196 milioni tra quattro anni. Sempre nel 2023, gli analisti prevedono che gli smartwatch e le smartband consegnati nel mondo saranno 215 milioni, mentre i computer fissi e i portatili saranno 249 milioni, e i tablet 115 milioni, riferisce Ansa. Secondo le stime di Gartner, però, PC, anche se smartphone e tablet insieme nel 2020 cresceranno, già a partire dal prossimo anno registreranno una nuova e significativa contrazione.

Gli smartphone continueranno a rappresentare i device più importanti

In ogni caso, sempre secondo Canalys, nel terzo trimestre 2019 il mercato delle smartband e degli smartwatch ha riportato una crescita del +65%, mentre nello stesso periodo gli smart speaker sono cresciuti del +44,9%, trainati da Amazon Echo. E se durante tutto il 2019 gli hearable, o earwear, hanno rappresentato quasi la metà dei dispositivi indossabili in termini di spedizioni, gli smartphone continueranno a rappresentare la tipologia di dispositivo più importante. In pratica, per ogni 100 smartphone spediti ci saranno 8 tablet, 13 smart speaker, 14 smartband, 16 PC, tra notebook e desktop, e 48 dispositivi audio con funzioni smart, ovvero cuffie, auricolari, e TWS.

L’ascesa dei prodotti audio, auricolari e smart speaker I prodotti audio comunque saranno quelli che cresceranno più rapidamente, con 490 milioni di unità spedite nel 2020, +32,1% rispetto al 2019. Questo per una diffusione sempre maggiore di cuffie Bluetooth, auricolari e true wireless, si legge su HDBlog.it. Un’altra tipologia di prodotto in ascesa sono gli smart speaker, con 150 milioni spediti nel 2020, e uan crescita del +21,7% sul

Nasce BeProf, la piattaforma di Confprofessioni per i liberi professionisti

Arriva BeProf, la prima piattaforma digitale per gli oltre 1,4 milioni di liberi professionisti italiani. Progettata e realizzata da Confprofessioni per rispondere in modo concreto alla crescente domanda di welfare, salute, formazione, informazione e di strumenti innovativi per la gestione e l’organizzazione dell’attività professionale, BeProf apre la strada alla trasformazione digitale della libera professione. “Oggi lo sviluppo della professione passa inesorabilmente attraverso il processo di trasformazione digitale – commenta Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni – che attraverso piattaforme multicanale, big data, reti sempre più performanti e web mobile, può semplificare la vita e il lavoro di milioni di professionisti.

Dal Welfare al networking tutto in un’unica app

Welfare, tutele sanitarie, credito più facile, digital evolution, ottimizzazione dello studio professionale, formazione e aggiornamento, networking e tanto altro ancora tutto in un’unica app. BeProf mira infatti ad agevolare tutti i liberi professionisti, senza alcuna distinzione, con un’offerta chiara e sempre a portata di mano, anche grazie alla app. Con la nuova piattaforma sarà quindi possibile disporre di un ricco bouquet di soluzioni personalizzate e scelte sulla base delle singole preferenze. Un’ampia selezione di servizi studiati per comporre un’offerta completa per tutte le esigenze studiata da Confprofessioni con partner di primaria importanza come Unicredit, Gruppo Zucchetti e Unisalute.

Formule di tutela personale, servizi finanziari e una News Room

BeProf offre un pacchetto dedicato a tutti i liberi professionisti, lavoratori autonomi e partite Iva, che attraverso la piattaforma possono beneficiare per la prima volta di formule di tutela personale a condizioni uniche e vantaggiose, finora riservate solo ai professionisti che applicano il CCNL Studi Professionali. Ma BeProf è anche una vetrina virtuale per scegliere i servizi finanziari più evoluti sul mercato e più aderenti alle specifiche esigenze del libero professionista. Un canale dedicato permetterà di avere a disposizione un servizio di consulenza esclusiva per superare le difficoltà di accesso al credito.

Inoltre, è disponibile una News Room tenersi aggiornati sui temi caldi di Economia e Fisco, Lavoro e Previdenza, Internazionalizzazione e Fondi europei, Formazione, Salute e Welfare, Professionista 4.0. E un’area dedicata ospiterà la rassegna stampa, i dossier tematici, le pillole-video e un esclusivo TG settimanale.

Servizi di leisure&pleasure e community

BeProf  offre anche tutto quello che serve per la gestione di uno studio professionale e l’ottimizzazione della professione. Dalle banche dati camerali e catastali, ai report di affidabilità, dalla gestione delle pratiche telematiche alle soluzioni tecnologiche per la digitalizzazione dello studio. Oltre a un’ampia gamma di servizi dedicati a leisure&pleasure. booking alberghiero, food delivering a condizioni uniche. E tante altre sorprese per chi ama l’arte, la cultura e la buona cucina.

BeProf però è anche un punto di incontro per i professionisti, uno spazio di confronto sui temi riguardanti la libera professione, e un luogo per sviluppare una rete di contatti e nuove opportunità di business.

Colorare la casa. Da Nord a Sud la tavolozza delle donne italiane

Il colore è l’elemento che rende viva la nostra casa trasformandola in uno spazio vissuto personale. Il colore ha un ruolo essenziale nella vita, è un elemento in grado di esprimere identità e stati d’animo, e di agire attivamente sull’emotività delle persone. Ma quali sono le preferenze cromatiche delle donne italiane in fatto di casa? Se al Nord si predilige il giallo, al Centro non si disdegna il verde, e al Sud il blu o l’azzurro.  Lo dimostra la ricerca Gli stili emotivi dell’abitare, di Sigma Coatings, brand di PPG Univer, che approfondisce il rapporto tra le donne, il colore e le loro case. Un legame estremamente ricco, profondo e personale.

Al Nord la casa si dipinge di giallo, al Centro di verde

Al Nord vince il giallo (26%), colore associato all’allegria (23%), al calore (23%) e alla solarità (13%). Seguono altre tonalità calde, come l’arancione (25%) e il rosso (20%), rispettivamente sinonimo di allegria (19%) ed energia (22%). Sfumature che le italiane preferiscono utilizzare nelle zone dedicate alla condivisione, come la cucina e il living.

Anche tra le donne del centro il giallo riscuote un certo successo (8%), ma preferiscono la più fresca e riposante tonalità del verde (11%), colore associato a serenità (28%) e tranquillità (24%), e che investe le pareti delle zone dedicate al relax, come la camera da letto e il soggiorno.

Il Sud si divide fra rosso e azzurro

Il cuore delle donne del Sud, invece, si divide in due. Da un lato è rapito dalle sfumature di blu e azzurro (14%) dall’altro emerge la preferenza per il rosso (12%), colore di passione (19%). Ma mentre i primi due sono colori che hanno la dote di portare serenità (32%) e tranquillità (39%), ideali per conciliare il riposo nelle camere da letto, il rosso è un colore capace di generare allegria (11%), impiegato principalmente nei soggiorni.

In generale, il 79% delle donne intervistate dà molta importanza ai colori utilizzati in casa. Questo accade perché associano il colore all’emotività (22%), alla creatività (19%) e all’energia (17%), ossia a una sfera estremamente intima, feconda e vitale della propria persona, e che trova libera espressione nel luogo più personale che ci sia, la propria casa.

Scegliere la tinta giusta è una questione emotiva

Non per niente, gran parte delle donne intervistate si trovano estremamente d’accordo nell’affermare quanto sia “fondamentale la presenza dei propri colori preferiti in casa”, di elementi cioè, che sappiano trasmettere un senso di sicurezza e familiarità all’interno della propria dimora.

Scegliendo i colori per dipingere le pareti, riporta Ansa, incidono molto i fattori emotivi. Quasi come andare a un “mercato psicologico” del colore cercando risposte cromatiche innovative. Ma che attraverso un utilizzo funzionale e consapevole del colore sfruttino al massimo le sue potenzialità benefiche, riportando al centro del progetto l’individuo e il suo benessere.

Trattamenti green, è boom per l’estetica bio

È un vero e proprio boom per i trattamenti di bellezza che utilizzano prodotti naturali. Tra colorazioni con pigmenti naturali e ingredienti biologici, e trattamenti cutanei a base di prodotti totalmente green, le prenotazioni segnano un +47% rispetto allo scorso anno. Scegliere questo tipo di trattamenti però non è sempre facile, soprattutto per il portafogli. Per l’estetica con prodotti 100% green, infatti, si deve mettere in conto in media una spesa del 12% più alta rispetto ai trattamenti di origine non organica. Almeno, secondo quanto rileva un’indagine dedicata alla consapevolezza green di Uala, il sito dedicato al mondo beauty.

Green non è sempre sinonimo di prezzi alti

L’attenzione al rispetto del pianeta investe molti settori e tra questi anche il beauty. “Ecco perché siamo disposti a spendere di più per prenotare un trattamento che riesca a renderci belli senza sensi di colpa verso l’ambiente – spiega Alessandro Bruzzi, ceo e co-fondatore di Uala -. Ma c’è una buona notizia: green non è sempre sinonimo di prezzi alti. Se spesso per i capelli bisogna mettere in conto cifre maggiori rispetto alla media, per il corpo, ad esclusione dalle categorie più costose dei trattamenti con prodotti di sintesi come acidi glicolici e mandelici e che sfruttano componenti naturali, la spesa può arrivare ad essere anche del 14% inferiore”.

I centri di bellezza rispettano l’ambiente?

Uala ha chiesto ai saloni presenti sul portale anche quale fosse il loro impegno nel rispettare l’ambiente. Solo poco più della metà (52%) dei saloni intervistati ha sostituito le mantelline usa e getta con quelle lavabili, e appena il 37% dei saloni predilige prodotti con confezioni in vetro e alluminio, più smaltibili rispetto alla plastica. Buone notizie invece per la raccolta differenziata: l’81% dei gestori di saloni beauty conferma di differenziare gli scarti, ed è alta anche l’attenzione verso l’energia, con il 56% che dichiara di aver fatto installare inverter e/o pompa di calore. Quasi 1 salone su 4 (24%), inoltre, ha a cuore il risparmio dell’acqua, con l’installazione di rubinetti termostatici, mentre 1 professionista su 3 (34%) ha ridotto l’impatto della propria attività utilizzando arredamento creato con materiali di riciclo. Appena il 7% dei saloni ammette però di non aver ancora adottato pratiche amiche dell’ambiente.

Quasi un salone su 5 dichiara di dotarsi esclusivamente di prodotti bio

Dall’indagine, riporta Adnkronos, emerge che quasi un salone su 5 (19%) dichiara di dotarsi esclusivamente di prodotti bio, mentre sommando i saloni che ne fanno uso in prevalenza, e quelli che ne utilizzano soltanto qualcuno, la percentuale sale all’81%.

Alto anche il numero di saloni che presta attenzione alla provenienza dei cosmetici, in particolare, al fatto che non vengano testati su animali (78%). L’attenzione per il rispetto degli animali, però, non si traduce sempre nell’acquisto di prodotti veg, dal momento che oltre un salone su 3 (36%) dichiara di non poter ancora vantare neanche un prodotto vegano tra quelli esposti.

Pagamenti con carte, l’Antitrust: “No a costi extra”

L’Antitrust dice “no” al sovrapprezzo ai clienti che pagano con carta di credito o di debito. Una pratica, questa, in Italia applicata da diverse attività commerciali, specie di piccole dimensioni, che “caricano” un sovrapprezzo per gli acquisti –  ad esempio di biglietti e abbonamenti del trasporto pubblico – a chi vuole pagare con la card. Ora l’Antitrust  ne ha stabilito il divieto. Lo si legge in una nota diffusa dall’Agcm, nella quale l’autorità spiega di aver ricevuto “diverse segnalazioni riguardanti l’applicazione da parte di tabaccai di un sovrapprezzo (spesso pari a 1 euro) in occasione dell’acquisto con carta di debito/credito di sigarette, marche da bollo, biglietti per trasporti pubblici”. L’Autorità, si legge nella nota, “è intervenuta in diverse occasioni per affermare il principio che l’applicazione di supplementi per l’uso di uno specifico strumento di pagamento costituisce una violazione dell’art. 62 del Codice del Consumo, il quale stabilisce che i venditori di beni e servizi ai consumatori finali ‘non possono imporre ai consumatori, in relazione all’uso di determinati strumenti di pagamento, spese per l’uso di detti strumenti'”.

Cosa prevede la normativa europea

“Il divieto generalizzato per il beneficiario di un pagamento di imporre al pagatore spese aggiuntive, rispetto al costo del bene o del servizio, in relazione all’utilizzo di strumenti di pagamento – ricorda l’Antitrust, come scrive AdnKronos  – è stato ribadito nella direttiva (UE) 2015/2366 relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno, recepita dal decreto legislativo 15 dicembre 2017, n. 218”. In applicazione di tali norme, ribadisce quindi l’Agcm, “i venditori di beni e servizi al dettaglio non possono dunque applicare supplementi sul prezzo dei beni o servizi venduti nei confronti di coloro che utilizzino, per effettuare i propri pagamenti, strumenti quali ad esempio carte di credito o di debito, qualsiasi sia l’emittente della carta”.

I settori coinvolti

L’Autorità, ricorda ancora la nota, è già intervenuta in numerosi settori per sanzionare l’applicazione di supplementi per l’uso di certi mezzi di pagamento, qualificandola come violazione dei diritti dei consumatori di cui all’art. 62 del Codice del Consumo: nel trasporto aereo, sono state sanzionate compagnie aeree che applicavano un supplemento per il pagamento con carta di credito dei biglietti aerei acquistati online sui propri siti; nella vendita al dettaglio di elettricità e gas naturale, alcuni primari operatori sono stati sanzionati per aver penalizzato il pagamento mediante mezzi diversi dalla domiciliazione bancaria o dall’addebito ricorrente su carta di credito o per aver imposto il pagamento di supplementi per il pagamento con carta di credito sui propri siti Internet. L’intervento dell’Antitrust ha interessato anche nei settori di vendita online di servizi di viaggio, nel quale alcune primarie agenzie di viaggio online sono state sanzionate per aver richiesto il pagamento di supplementi per l’acquisto online dei propri servizi mediante carte di credito; sono state inoltre sanzionate, per lo stesso motivo, una agenzia di viaggio specializzata nella vendita di biglietti per trasporti marittimi ed una specializzata nella vendita di biglietti aerei; nei servizi di rinnovo degli abbonamenti ai trasporti pubblici e di agenzia automobilistica.

Vale per tutti gli esercenti

“L’Autorità invita pertanto tutti gli esercenti commerciali, ivi inclusi i venditori di piccole dimensioni di beni e servizi, che intendano offrire ai consumatori la possibilità di utilizzare più mezzi di pagamento per l’acquisto dei beni e dei servizi venduti, a conformarsi alle prescrizioni del Codice del Consumo e del D.Lgs. 218/2017, eliminando ogni supplemento di prezzo applicato in relazione all’utilizzo da parte dei consumatori di carte di credito o di debito o di altri mezzi di pagamento. L’Autorità, ove riscontrasse violazioni del predetto divieto, si riserva di attivare i propri poteri sanzionatori, di cui all’art. 27 del Codice del Consumo”, scrive l’Antitrust.

Spotify compie 10 anni, e festeggia con 180 milioni di utenti

Spotify, la piattaforma di musica in streaming, festeggia i suoi primi 10 anni. È stata infatti lanciata in Svezia il 10 ottobre del 2008 da Daniel Ek e Martin Lorentzon, anche se in realtà la società nasce nel 2006 a Stoccolma, ma è stata messa a punto e lanciata ufficialmente due anni dopo. Negli Stati Uniti Spotify è arrivata nel 2011, e in Italia nel 2013. Le ragioni del suo successo? Il fatto di offrire agli utenti la comodità di accedere a una infinita libreria musicale in mobilità, e di potersi cimentare nelle playlist. Ma anche l’avere scatenato il dibattito sul giusto compenso agli artisti, accompagnato da polemiche e defezioni, come quella di Prince, portate avanti fino ai suoi ultimi giorni.

Musica accessibile nel rispetto della legge

L’intuizione di Spotify è stata quella di prendere spunto dal fenomeno Napster, la piattaforma  di file sharing attiva da giugno 1999 fino a luglio 2001, rendendo però la musica accessibile legalmente grazie agli accordi con le case discografiche. Inoltre, la modalità di ascolto in streaming ha scardinato l’industria musicale diventando un volano alla crescita del settore. In pratica, riferisce Ansa, Sporify ha privilegiato l’importanza dell’accesso alla musica contro il concetto di possesso, sostenuto invece da iTunes. A ruota sono nati poi una serie di concorrenti, come Deezer, YouTube Music, e Amazon Music, mentre la stessa Apple, con il servizio Music, sta facendo con Spotify una lotta serrata, soprattutto negli Stati Uniti.

In Italia le hit parade ormai tengono conto anche degli streaming

Spotify attualmente conta su una community di 180 milioni di utenti, di cui 83 milioni pagano un abbonamento. La piattaforma è presente in 65 mercati, e da pochi mesi si è anche quotata a Wall Street. In Italia le hit parade tengono conto anche degli streaming a pagamento degli artisti. Ma la modalità di streaming musicale ha spalancato le porte anche allo streaming video, altra intuizione dei big della tecnologia in rete, e non solo: basti pensare a Netflix. Spotify ha offerto dunque un’altra possibilità di guadagno ai musicisti, e ha vestito anche i panni del talent scout per quelli meno famosi. Ma non senza polemiche.

Il dibatto sul compenso agli artisti

“Ci sono dibattiti sui guadagni di musicisti e su quali artisti sceglie di promuovere, ma l’accesso libero e totale di Spotify rende sostanzialmente la piattaforma utopica”, osserva il Guardian in un ‘articolo dal titolo emblematico: “Dieci anni di Spotify hanno rovinato musica?”.

Da anni, infatti, imperversa un dibattito sul compenso finale che arriva agli artisti per ogni canzone o disco messo in streaming, giudicato troppo basso. Polemica portata avanti, oltre che da Prince, anche a fasi alterne da Thom Yorke dei Radiohead. Altro cavallo di battaglia dei detrattori di Spotify è l’algoritmo che sceglie le canzoni al posto nostro per alcuni tipi di playlist. Un modo comodo di fruizione, ma giudicato passivo.

Rinviata la Riforma sul Copyright, Strasburgo tentenna

Negoziazione col Consiglio negata dal Parlamento Europeo in materia di “Riforma delle regole Ue sul copyright nel mercato digitale. Luogo del dissenso, con 318 voti contrari, 278 favorevoli e 31 gli astenuti – Strasburgo, in cui il vicepresidente dell’Aula Pavel Telicka, come riporta AdnKronos, annuncia “La decisione della commissione Juri è stata respinta, pertanto la commissione non può iniziare i negoziati. Il rapporto della commissione verrà messo nell’agenda della prossima sessione plenaria a settembre”.

Lo consente il Regolamento del Parlamento Europeo

In linea, insomma, con quanto previsto dal Regolamento del Parlamento Europeo, secondo cui se almeno il 10% dei deputati si oppone all’avvio di negoziati con il Consiglio sulla base del testo votato in commissione, si procede a una votazione in plenaria.

Sommo il rammarico del relatore Axel Voss (Germania, Ppe): “La maggioranza dei deputati non ha sostenuto la posizione che io e la commissione giuridica abbiamo preparato. Ma ciò fa parte del processo democratico. Torneremo sul tema a settembre con un ulteriore valutazione per cercare di rispondere alle preoccupazioni dei cittadini, aggiornando nel contempo le norme sul diritto d’autore per il moderno ambiente digitale”.

I creativi? Non sono contrari

Ma già prima del voto Voss si è reso portavoce dei professionisti del web: “Perché dovremmo essere contrari a prevenire le violazioni del copyright? Perché dovremmo essere contrari alla giusta remunerazione dei creativi e dei giornalisti e a costringere queste grandi piattaforme a prendersi maggiori responsabilità? Una “campagna” contro la riforma del copyright “è stata fatta da Google, Facebook, Amazon, che hanno persino incontrato i figli degli eurodeputati: campagne basate su menzogne, perché non c’è alcuna violazione del diritto degli utenti individuali. Tutti continueranno a postare link, tutti potranno scaricare e caricare contenuti con certezza giuridica”.

Di parere contrario l’associazione Ccia, nota per la sua lobbying per l’industria hi-tech americana, iscritta all’apposito registro Ue e accusata dall’eurodeputata francese Virginie Rozière (S&D) di essere l’ispiratrice della campagna scatenata contro la riforma del copyright, puntando il dito contro un retweet di Jimmy Wales, fondatore di Wikipedia (“We did it. You did it. Thank you”). Le enciclopedie online sono esplicitamente esentate dagli obblighi, nel testo emendato della direttiva.

Il parere della commissione Imco

Un intervento in particolare però, prima del voto e quanto mai diretto, ha catturato l’attenzione degli eurodeputati;  quello della  collega in aula Catherine Stihler (S&D, Regno Unito),  relatrice per la commissione Imco: “Nella nostra commissione siamo riusciti a raggiungere un ampio compromesso che mette insieme un progresso significativo sul value gap (la difficoltà di  monetizzare e gestire la distribuzione on line dei contenuti da parte dei relativi produttori), salvaguardando nel contempo i diritti degli utilizzatori di Internet, delle pmi e delle start up (…) Mi rammarico profondamente per il fatto che la posizione della commissione Imco non sia stata presa in considerazione e che il testo della commissione Juri non raggiunga l’equilibrio di cui ci sarebbe bisogno. Ci sono reali preoccupazioni circa l’effetto dell’articolo 13 sulla libertà di espressione, sollevate da esperti, che vanno dal relatore speciale delle Nazioni Unite all’inventore del World Wide Web, Sir Tim Berners Lee. Ci sono preoccupazioni dei nostri cittadini: giusto ieri ho ricevuto una petizione firmata da quasi un milione di persone contro il mandato (…) Sebbene ci sia consenso sugli obiettivi che sottendono questa legge, enormi controversie esistono ancora sui metodi proposti. Qualcosa qui non va. Serve un ampio dibattito. Vi chiedo di rifiutare di dare a questa legge un percorso rapido, per permettere un dibattito ampio e basato sui fatti in settembre. Per favore, rifiutate il mandato e votate contro la proposta della commissione Juri”.

Soddisfatto il ministro italiano dello Sviluppo Economico e del Lavoro

In rappresentanza dell’Italia, presente e soddisfatto anche il ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi Di Maio. ”Oggi è un giorno importante, il segno tangibile che finalmente qualcosa sta cambiando anche a livello di Parlamento europeo (…) seduta plenaria di Strasburgo ha rigettato il mandato sul copyright al relatore Axel Voss smontando l’impianto della direttiva bavaglio. La proposta della Commissione europea ritorna dunque al mittente rimanendo lettera morta, il segnale è chiaro: nessuno – sottolinea – si deve permettere di silenziare la rete e distruggere le incredibili potenzialità che offre in termini di libertà d’espressione e sviluppo economico”.

Pedrazzini Arreda | Sito e consulenza per la tua nuova cucina

Pedrazzini Arreda è da oltre 60 anni sinonimo di qualità e competenza nella vendita cucine Milano, settore nel quale opera con grande passione e del quale è adesso diventata un punto di riferimento in Lombardia. Questa grande realtà commerciale è esclusivista di zona dei marchi Veneta Cucine e Arredo 3, e propone soluzioni di ogni tipo in grado di soddisfare qualsiasi esigenza specifica o desiderio dei clienti. Le cucine proposte da Pedrazzini Arreda sono personalizzabili in ogni particolare, per consentire a ciascuno di arricchire con il proprio tocco questo ambiente così importante di casa, all’interno del quale si trascorre la maggior parte del tempo speso tra le mura domestiche. Sarà dunque possibile personalizzare i materiali per le ante ma anche i piani di lavoro e gli elettrodomestici.

Ti basterà visitare lo showroom di Via Leone Tolstoi 81 a San Giuliano Milanese (completamente rinnovato di recente), per toccare con mano la grande qualità e verificare di persona la competenza e la cortesia dello staff, sempre disponibile ad aiutarti a trovare la soluzione più adatta a soddisfare ogni tua esigenze. I progettisti Pedrazzini Arreda ti aiuteranno a risolvere ogni problematica legata agli spazi e ti consentiranno di vedere in anteprima tridimensionale la tua nuova cucina, come se fosse stata già installata in casa tua, grazie a particolari software di settore. Un team di installatori e falegnami si occuperà in seguito di installare ogni componente e provvedere al tempo stesso a completare gli allacci idrici ed elettrici, per consentirti di vivere da subito la tua nuova cucina, già al primo giorno. Su richiesta il team Pedrazzini si occuperà anche di smaltire la tua vecchia cucina, nelle modalità previste dalla normativa in vigore nel comune di residenza. Visita lo showroom già oggi o contatta il recapito 0298491249  per ogni richiesta o informazione necessaria.