Lavoro nero e illegale uguale il 12% del Pil

Brutto primato – purtroppo tutto in negativo – per l’economia italiana. Come indica una recente rilevazione curata dall’Istat, il cosiddetto “nero” nel Belpaese vale l’importo monstre di 210 miliardi di euro. Una cifra che rappresenta addirittura il 12,4% del Pil. Entrando nel merito delle cifre, il valore aggiunto generato dall’economia sommersa ammonta a poco meno di 192 miliardi di euro, quello connesso alle attività illegali (incluso l’indotto) a circa 18 miliardi di euro. Nel 2016 la componente relativa alla sotto-dichiarazione pesava per il 45,5% del valore aggiunto (circa -0,6 punti percentuali rispetto al 2015). La restante parte era invece attribuibile per il 37,2% all’impiego di lavoro irregolare, per l’8,8% alle altre componenti (affitti in nero, mance) e per l’8,6% alle attività illegali.

I settori dove c’è più nero

Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (23,7%) e le costruzioni (22,7%) si confermano i settori dove l’economia sommersa è maggiormente presente. Ma, oltre a questi macrocomparti, il sommerso coinvolge poi tutte le aree delle sotto-dichiarazioni: Servizi professionali (16,3%), Commercio, Trasporti, alloggio e ristorazione (12,4%), Costruzioni (11,9%). Ma risulta pesantemente invischiato nel fenomeno anche il manifatturiero, soprattutto quello dedicato alla Produzione di beni alimentari e di consumo (7,5%). Il settore più colpito dall’impiego di lavoro irregolare è infine quello domestico o che riguarda agricoltura e pesca.

Un problema gravissimo per l’Italia e le casse dello Stato

Il lavoro nero, purtroppo, si conferma come uno dei più grandi problemi per l’Italia e le casse dello Stato. Come evidenziano i dati diffusi dall’Istat, è questo un fenomeno che produce un “buco” di circa 20 miliardi di euro per l’erario. Nel 2016, l’elenco degli irregolari raggiungeva i 3 milioni 701 mila, in prevalenza dipendenti (2 milioni 632 mila), un numero in lieve diminuzione rispetto al 2015 (rispettivamente -23 mila e -19 mila unità). L’incidenza del lavoro irregolare è particolarmente rilevante nel settore dei Servizi alle persone (47,2% nel 2016, in calo di 0,4 punti percentuali rispetto al 2015) ma risulta significativo anche nei comparti dell’Agricoltura (18,6%), delle Costruzioni (16,6%) e del Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (16,2%).

Le attività illegali “valgono” 18 miliardi di euro

Il peso economico dell’illegalità nella compilazione dei conti nazionali, conclude l’Istat, equivale a poco meno di 18 miliardi di euro di valore aggiunto (compreso l’indotto) con un aumento di 0,8 miliardi, sostanzialmente riconducibile alla dinamica dei prezzi relativi al traffico di stupefacenti. Non c’è davvero motivo di essere fieri di questo business.