Nel 2016 diminuiscono i pensionati, e aumentano gli occupati

Rispetto al 2015 decresce il numero di pensionati e aumenta quello degli occupati. Nel 2016 prosegue quindi la riduzione del numero di pensionati, che ammontano a 16.064.508 unità, segnando il punto più basso dopo il picco del 2008. Questo è quanto emerge dal Quinto Rapporto Il Bilancio Previdenziale italiano. Andamenti finanziari e demografici delle pensioni e dell’assistenza per l’anno 2016, a cura del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali. Il documento fornisce una visione d’insieme del sistema welfare italiano, illustrando gli andamenti della spesa pensionistica, delle entrate contributive e dei saldi nelle differenti gestioni pubbliche e privatizzate che compongono il sistema pensionistico del Paese.

Il rapporto tra occupati e pensionati è al massimo livello in assoluto

Il rapporto attivi/pensionati nel 2016 tocca quota 1,417, mentre la spesa pensionistica pura è aumentata dal 2015 al 2016 dello 0,22%. Il rapporto tra occupati e pensionati tocca quindi il massimo livello di sempre, un dato fondamentale per la tenuta di un sistema pensionistico a ripartizione come quello italiano. Con un numero di prestazioni in pagamento a propria volta in diminuzione, è interessante notare come il rapporto tra numero di prestazioni in pagamento e numero di pensionati sia pari a 1,43, mentre il rapporto tra numero di prestazioni in pagamento e popolazione tocca quota 2,638, di fatto una prestazione per famiglia.

“La dinamica della spesa per le pensioni è sotto controllo”

Nel 2016, la spesa pensionistica italiana relativa a tutte le gestioni ha raggiunto, al netto della quota Gias (gestione per gli interventi assistenziali), i 218.504 milioni di euro. Rispetto al 2015, aumentano invece del 2,71% i contributi versati: si riduce quindi di 4,56 miliardi il saldo negativo di oltre 26 miliardi registrato nel 2015.

Si tratta di numeri che “evidenziano innanzitutto come, al di là dell’opinione comune supportata dai dati Istat, la dinamica della spesa per le pensioni sia assolutamente sotto controllo”, afferma Alberto Brambilla, presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali.

Tra prestazioni assistenziali e pensioni sono 4.104.413 i soggetti interessati

Nel 2016, risultano in pagamento in Italia 4,1 milioni di prestazioni di natura interamente assistenziale (invalidità civile, accompagnamento ecc) e ulteriori 5,3 milioni di pensioni che beneficiano di parti assistenziali (maggiorazioni sociali, integrazioni al minimo ecc). L’insieme delle prestazioni ha riguardato 4.104.413 soggetti, per un costo totale annuo di oltre 21 miliardi di euro (+2,41% rispetto al 2015). Per queste prestazioni non è però stato di fatto versato alcun contributo, o sono state versate contribuzioni modeste e per pochi anni. “Separare la spesa previdenziale da quella assistenziale – commenta Brambilla – è un esercizio di equità tra chi ha versato e chi no: non bisogna infatti dimenticare che il nostro modello di welfare prevede per finanziare le pensioni una tassa di scopo, i contributi sociali, mentre l’assistenza è finanziata dalla fiscalità generale”.