Guida autonoma, l’Italia è ancora a metà strada

Ci vorranno ancora anni affinché in Italia le tecnologie siano mature per il livello 5 della guida autonoma, ovvero un livello di piena operatività e di totale autonomia del mezzo. Ma siamo ancora a metà strada rispetto al risultato finale. Dai sistemi radar ai sensori integrati, ai sistemi Lidar, che utilizzano il laser per individuare gli oggetti in strada, il nostro Paese è attivo anche nella componentistica per la guida autonoma, ma vuole far crescere le competenze nella nostra filiera, attraendo aziende anche dall’estero.

“Nel campo della guida autonoma il nostro compito – spiega Gianmarco Giorda, direttore dell’Associazione nazionale filiera industria automobilistica (ANFIA) all’Ansa – è sviluppare la capacità delle aziende italiane di affrontare le sfide. In sostanza, far crescere le competenze della nostra filiera, aiutando le aziende italiane a trovare le controparti estere che le aiutino a crescere”.

“In Italia abbiamo solo una parte delle competenze necessarie”

Telecomunicazioni e information technology “sono ad esempio due dei settori, indispensabili nello sviluppo di questi veicoli, su cui – ricorda il direttore dell’ANFIA – abbiamo molto bisogno di esperti. Quella della guida autonoma, infatti, è una materia talmente varia, con tecnologie diversificate, che abbiamo solo una parte delle competenze necessarie”.

Questa lacuna potrebbe essere colmata con lo “sviluppo in Italia, che vogliamo incentivare, di centri di competenza da parte delle aziende estere”, continua Giorda. L’Italia comunque è già attiva nel campo della guida autonoma, con aziende come Magneti Marelli e  STMicroelectronics.

“La componentistica italiana registra il 50% del fatturato oltreconfine”

“All’estero riconoscono il valore della componentistica italiana, che registra il 50% del fatturato oltreconfine e vede l’Italia seconda dopo la Germania, anche per la guida autonoma”, sottolinea Giorda.

E avranno componentistica italiana anche le Demo Car, che saranno sperimentate a Torino, e al cui progetto partecipano, tra le altre, Fca, Gm, Tim e ANFIA, e in Campania (ANFIA, Adler ed ST tra i partecipanti).

Al via i test a Torino e in Campania

I test nel capoluogo piemontese partiranno nei prossimi mesi. Prima vanno realizzate anche le infrastrutture che dialogano con il veicolo autonomo. “I test potranno essere svolti nelle strade aperte al traffico, grazie al via libera del decreto smart road”, commenta Giorda.

In Campania, invece, il progetto Borgo 4.0′ “vuole individuare un borgo ben collegato con autostrade e infrastrutture, localizzato ad almeno 700-800 metri sul livello del mare – dichiara Giorda – per poter testare le tecnologie in tutte le diverse condizioni climatiche”.