Allarme bebè: in Italia le nascite sono al minimo storico

Il Report dell’Istat sugli indicatori demografici per il 2017 non lascia dubbi: è stato battuto il record di minimo storico delle nascite dall’Unità d’Italia. L’anno scorso sono nati infatti 464mila bambini, il 2% in meno rispetto al 2016, registrando quindi la nona consecutiva diminuzione dal 2008, anno in cui ci furono 577mila nati, riferisce Adnkronos.

La riduzione delle nascite rispetto al 2016 interessa gran parte del territorio, con punte del -7,0% nel Lazio e del -5,3% nelle Marche. Soltanto in quattro regioni si registrano incrementi: Molise (+3,8%), Basilicata (+3,6%), Sicilia (+0,6%) e Piemonte (+0,3%).

Sono 90mila i nati da cittadine straniere

Il 19,4% delle nascite stimate per il 2017 è da madre straniera, una quota in lieve flessione rispetto al 2016 (19,7%), mentre l’80,6% è da madre italiana. In assoluto, i nati da cittadine straniere sono stimati in 90mila, il 3,6% in meno dell’anno prima. Di questi, 66mila sono quelli avuti con partner straniero, 24mila quelli con partner italiano.

In generale la popolazione residente in Italia al 1° gennaio 2018 scende a 60 milioni 494mila, quasi 100 mila in meno rispetto all’anno precedente. Nel complesso, la popolazione diminuisce di 95mila unità.

Il calo della popolazione è disomogeneo nel Paese

Il calo della popolazione, rileva l’Istat, non riguarda tutte le aree del Paese. Regioni demograficamente importanti, come Lombardia (+2,1 per mille), Emilia-Romagna (+0,8) e Lazio (+0,4), registrano variazioni di segno positivo. L’incremento relativo più consistente è quello ottenuto nella Provincia autonoma di Bolzano (+7,1) mentre a Trento si arriva al +2 per mille. Sopra la media nazionale (-1,6 per mille) si collocano anche Toscana (-0,5) e Veneto (-0,8). Nelle restanti regioni, dove la riduzione di popolazione è più intensa rispetto al dato nazionale, si è in presenza di un quadro caratterizzato dalla decrescita che va dalla Campania (-2,1 per mille) al Molise (-6,6).

Le immigrazioni contribuiscono allo sviluppo demografico

Al 1° gennaio 2018 solo il 13,4% ha meno di 15 anni, e l’età media della popolazione ha oltrepassato i 45 anni. E non si rilevano variazioni significative sulla speranza di vita alla nascita: 80,6 anni per gli uomini e 84,9 anni per le donne. Anche nel 2017 poi le immigrazioni internazionali si confermano più alte delle emigrazioni, contribuendo allo sviluppo demografico e compensando lo squilibrio determinato dalla dinamica naturale negativa. Il saldo migratorio netto con l’estero stimato è pari a +184mila unità (3 per mille residenti), superiore a quello dell’anno precedente (+144mila), e prodotto da un più elevato numero d’ingressi, pari a 337mila (+12%) e da una riduzione delle uscite (153mila, -2,6%). Le immigrazioni dall’estero risultano al terzo anno di crescita consecutivo dal 2014, mentre le emigrazioni registrano per la prima volta un’inversione di tendenza.